Nel periodo d’oro di Mina, negli anni ‘60/’70, la popolarità della più grande cantante italiana ha avuto due momenti di flessione. Il primo sul finire del 1962, dovuto alla sua “scandalosa” maternità con la conseguente estromissione da tutti i programmi radiotelevisivi. Il secondo è coinciso invece col cambio di casa discografica nell’autunno del 1967, quando, lasciata la RiFi ha fondato la PDU, sua etichetta personale con sede a Lugano.
Il problema della “Tigre di Cremona”, nel momento in cui decide di autogestirsi, è quello di trovare le canzoni “giuste” che possano essere all’altezza del repertorio impostole da Giovanni Battista Ansoldi, indiscusso “boss” della RiFi, nei suoi quattro anni di permanenza nella label milanese. Da (fine ’63) a (estate ’67) è tutto un susseguirsi di brani uno più azzeccato dell’altro, sia come qualità che come risultati commerciali.
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