Abbiamo incontrato Mita Medici, all’anagrafe Patrizia Vistarini, alla proiezione privata del docufilm C’era una volta il beat italiano, diretto dal nostro collaboratore Pierfrancesco Campanella. Un ottimo lavoro dedicato alle canzoni della beat generation, un periodo storico di grandi cambiamenti sociali e culturali del quale Mita è stata indiscussa protagonista.
Mita, che ricordi hai dei tuoi inizi nel campo dello spettacolo?
È successo un po’ tutto per caso. Ero una ragazza come tante che andava a ballare al Piper, locale cult della metà dei ’60, una vera fucina di idee, di voglia di cambiamento, del piacere di stare insieme in un’epoca in cui minigonne e capelloni rappresentavano una nuova filosofia di vita. Noi giovani ci divertivamo come matti, in modo ingenuo, se vogliamo, ma molto libero. Così fui notata da un produttore e sottoposta al mio primo provino cinematografico. Fui così scelta per il film L’estate, diretto da Paolo Spinola, al fianco di Enrico Maria Salerno e Nadja Tiller. Ricordo che la pellicola fu girata in Sardegna, dove venni raggiunta sul set dai miei amici del Piper. Eravamo un gruppo molto coeso e amavamo condividere le nostre esperienze…
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