Il mistero di un successo costruito mattone su mattone
Dove si nasconde il segreto del successo di The Wall? Si potrebbero sprecare fiumi di inchiostro e scomodare critici e giornalisti di tutto il mondo alla ricerca di una risposta a questo quesito.
Vi invitiamo invece a fare una prova semplice ed efficace: provate a canticchiare la frase “We don’t need no education”, magari esasperando la parola finale con l’accento utilizzato dai ragazzi di Islington che la incisero nel 1979. Se siete stonati, limitatevi a pronunciare le due semplici parole “The Wall”: il vostro interlocutore, di qualsiasi età e di qualsiasi nazionalità esso sia, vi risponderà senza esitazione “Pink Floyd”.
The Wall e Pink Floyd sono un binomio imprescindibile, una sorta di astuta ‘operazione di marketing’ che a 34 anni dalla sua ‘invenzione’ continua a far parlare di sè, frantumando ogni record possibile ed immaginabile. All’interno della discografia pinkfloydiana il “disco del muro” ha conosciuto un successo che ha oscurato quello dei tre dischi che lo hanno preceduto, The Dark Side Of The Moon, Wish You Were Here e Animals, che da soli potevano rappresentare il meglio della storia della band. The Wall ha conosciuto il successo planetario, quello che i suoi pur famosi predecessori non sono riusciti a cogliere.
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