Members of the rock group Grand Funk Railroad are, from left, Craig Frost (keyboards), Mel Schacher (bass), Mark Farner (guitar), and Don Brewer (drums). (Photo by Lynn Goldsmith/Corbis/VCG via Getty Images)
E’ proprio vero che pubblico e critica non vanno mai d’accordo? Forse sì, a guardare la storia dei Grand Funk Railroad. Dischi d’Oro e di Platino, vendite milionarie, singoli ai vertici delle classifiche. Eppure il riconoscimento costante da parte degli spettatori non è servito a far venire meno l’ostracismo pressoché ininterrotto da parte dei commentatori specializzati quando si trattava di recensire un nuovo album della band.
Loro, d’altro canto, sembravano non farci caso e hanno proseguito per la loro strada sfornando album a cadenza annuale, almeno finché è stato possibile, incuranti delle accuse. La consacrazione, e il giusto riconoscimento del ruolo svolto nella storia del rock in veste di formazione-archetipo per le nuove generazioni dell’heavy metal, nate sul finire degli anni ’70 proprio quando la band andava a sciogliersi, è forse arrivata troppo tardi. Ma come si suol dire “meglio tardi che mai”. I Grand Funk Railroad nascono per due terzi quali discendenti da una formazione di garage-pop denominata Terry Knight And The Pack, originaria di Flint nel Michigan.
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