Terra di nessuno, titolo forse ispirato da No Man’s Land, lm di Alain Tanner di appena un paio d’anni prima, è uno dei dischi senza tempo di Francesco De Gregori e per di più anche attualissimo.
Un disco cupo e sincero venato di grande malinconia. Un doloroso canto contro l’indifferenza del suo tempo e, appunto perché tale, estensibile anche alle problematiche dei nostri giorni. Pilota di guerra, Mimì, Nero, I Matti… personaggi in fondo autarchici, soli e inascoltati, in cerca di un aiuto im- possibile da avere e di un riscatto che forse mai arriverà. Terra di nessuno (foto 1 e 2) si dice sia l’album di De Gregori più cupo e pessimista, ma in fondo è solo malinconico e intimista; niente storie d’amore, qui solo storie di vita a cui, nonostante tutto, il Principe cerca di dare un segno positivo
di speranza ma anche di ribellione.
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