In clima prenatalizio non potevamo non trattare un argomento pre-natalizio e in questa copertina-capolavoro del Grunge c’era un po’ di tutto già nel lontano 1993, una donna robot con evidente pancione in una posa inusuale, a braccia aperte, e al contempo Angelo dell’Annunciazione, ma con ali rosse. Immagine che denuncia da un lato il malessere esistenziale del cantante dei Nirvana e da un altro una derivazione, seppure tecnologica ma abbastanza evidente, dalla iconografia cristiana.
Prima di iniziare con questa iconografia è doveroso spendere almeno due parole per ricordare alcuni brani di questo album considerato pietra miliare che, non sono certo tutti inni generazionali come quelli dell’album precedente ma ai tempi, e non solo (questo e Never- mind ogni tanto ritornano in classifica anche oggigiorno!) furono ugualmente influenti anche grazie al suddetto mito, alla produzione e agli arrangiamenti dell’arcinoto Steve Albini, quindi ricordiamo almeno Rape Me o l’iniziale Save The Servant, anche se la migliore resta la melanconica Heart-Shaped box, gran successo anche in singolo.
Scarica un estratto in PDF
Fare pop significa avere il dono della sintesi. Poter raggiungere tanto, significa aver seminato dentro…
Non solo una gara canora fra bambini ma una manifestazione entrata nella cultura popolare. Lo…
È il titolo del docufilm appena realizzato dal nostro collaboratore Pierfrancesco Campanella, con molti dei…
Non potevamo mancare al concerto di addio, a Parigi, di un’icona della musica leggera mondiale.…
Con Giorni perduti di Billy Wilder il cinema americano per la prima volta affronta il…
Sceneggiato Rai di successo del 1972 che in cinque puntate narra le reali vicende di…