La pulce d’acqua è stato il secondo grande successo di Angelo Branduardi risultando uno dei dischi più venduti del 1978, pari se non superiore a quello de Alla fiera dell’est del ’75, il terzo album del cantautore, anch’esso dalle vendite milionarie, un lavoro che aveva vinto, cosa strana per un successo commerciale, anche il “Premio della Critica Discografica” italiana.
i primi due album del cantautore, specie quello omonimo dell’esordio, nel 1974, con gli arrangiamenti e la produzione di Paul Buckmaster, allora ritenuto il più grande arrangiatore inglese, con già all’attivo dischi memorabili con Elton John, Miles Davis, Rolling Stones e tanti altri anche italiani fra cui Riccardo Cocciante e Teresa De Sio. Notevole fu anche il secondo disco La luna non più con Buckmaster ma con un altrettanto valido musicista, il polistrumentista Maurizio Fabrizio. Ma veniamo a questo capolavoro per cui da allora l’autore si guadagnò l’appellativo di menestrello per antonomasia. I testi, come per il precedente, anche qui sono affidati alla moglie Luisa Zappa in un lavoro dove più di prima le musiche si ispirano al medioevo, alla tradizione bretone, alemanna e inglese, nonché italiana.
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