Negli anni Sessanta le case discografiche nazionali dei vari paesi del mondo godevano di una certa autonomia nel gestire le uscite dei dischi degli artisti, talvolta addirittura cambiando le indicazioni della stessa casa madre. E’ il caso della produzione francese riguardo agli estended play.
Quando oggigiorno un artista famoso a livello globale, vuoi che si tratti di Madonna come di Bruce Springsteen o altri, pubblica un nuovo lavoro, si dà per scontato che tale pubblicazione avvenga non solo in contemporanea, ma in modo uniforme in tutto il mondo. Uguale la successione dei brani, identica l’immagine di copertina e, in un’economia globalizzata, nei limiti del possibile tende ad essere identico perfino il prezzo al pubblico. Una volta però non era così.
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