Chitarrista rock e blues degli anni ‘70, ha fatto fatto parte degli Whitesnake, nati subito dopo lo scioglimento momentaneo dei Deep Purple della formazione con Coverdale e Hughes. Ora Bernie Marsden, in Italia per un concerto estivo prima di trascorrere una breve vacanza sul litorale veneto, ha accettato di incontrarci per raccontarsi un po’.
Iniziamo a chiacchierare mentre lui sfoglia alcuni numeri della rivista e commenta le interviste ad alcuni suoi amici (in particolare Paice e Airey). Gli spiego che ho dovuto studiare un po’ per prepararmi a questo incontro e che sono curiosa di sentire qualche racconto della sua carriera con gli Whitesnake e altri aneddoti che possano interessare ai lettori.
C’è un folto elenco dei gruppi con i quali hai suonato, mi riferisco a Skinny Cat, Juicy Lucy (con Mickey Moody), UFO, Wild Turkey, Cozy Powell’s Hammer, Babe Ruth, Paice Ahton & Lord, Bad Company, Whitesnake… (mi interrompe per raccontare un dettaglio dei Juicy Lucy n.d.a.)
…con i Juicy Lucy in realtà ho quasi suonato, neanche un disco, solo un’ora! Era più o meno nel 1971 ed incontro il cantante in un negozio di chitarre dove stavo suonando che mi dice: “Sei davvero bravo!”. Io avevo solo 19 anni, non ero ancora un professionista, Mi chiamo Paul Williams – continuò – e canto in un gruppo che si chiama Juicy Lucy. Vorrei un altro chitarrista, ho bisogno di una chitarra solista e tu sei davvero fantastico”. Ho risposto: “Grazie, ok, cosa devo fare?” e lui – “Niente, devi solo andare in studio e cominciare, il posto è tuo”. Quello che fece fu di non dirlo agli altri del gruppo. Il chitarrista era Mickey Moody e quello che in realtà cercavano era una seconda chitarra. Ma io non sapevo nulla di tutto questo, così andai allo studio, entrai e attaccai la mia chitarra all’amplificatore di Mickey, iniziando a suonare con il batterista e il bassista. Ad un tratto arrivò un tizio dicendomi: “Hei tu, scusa ma stai usando il mio amplificatore”, allora capii che si trattava di Mickey!”. Insomma, poteva essere un disastro fin da subito, ma lui specificò che in realtà cercavano una seconda chitarra che sapesse anche suonare un po’ il piano. Dissi che non sapevo suonarlo e lui aggiunse che ero troppo bravo per fare la seconda chitarra e suonare con loro. ” Il chitarrista qui sono io” tenne a precisare”. La cosa andò così… credo sia la prima volta che lo racconto in un’intervista.
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