Nel febbraio del ’64, veniva pubblicato uno degli album più significativi dell’intera produzione discografica di Bob Dylan: The Times They A-Changin’, il suo terzo lavoro ufficiale, che a tutt’oggi, dopo cinque decenni, è considerato il suo massimo manifesto politico e di protesta.
Ad inizio ‘64, dopo aver pubblicato l’anno prima The Freewheelin’, album che seguiva il debutto con l’omonimo Bob Dylan di due anni prima, Robert Allen Dylan, questo il vero nome si presenta sul mercato discografico con il nuovo The Times The A-Changin’, edito su etichetta Columbia Records. Il nuovo “cantore” del folk-rock americano che già si era messo in luce con Blowin’ In The Wind, già pienamente apprezzato da un pubblico per lo più giovane e arrabbiato, ha nel proprio arco molte frecce avvelenate pronte a colpire la società americana di quel periodo. L’album viene registrato a New York in un tempo abbastanza lungo per il periodo, dal 6 agosto del ’63 al 31 ottobre successivo, in un epoca dove in massima parte i 33 giri costituivano per lo più un assemblaggio di brani già esistenti e pubblicati su singolo. A produrlo ci pensò Tom Wilson.
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