Dai primi tentativi di inizio e metà Ottocento per registrare e riprodurre i suoni fino alla rivoluzionaria invenzione del grammofono. La gloriosa avventura della riproduzione sonora continua inarrestabile con nuove esaltanti scoperte ed invenzioni.
Nel 1889, l’inventore americano Louis Glass metteva a punto quello che è stato l’antenato di tutti i juke box; il fonografo a monete, che si rivela da subito un grosso affare commerciale e andando al passo con i tempi, Glass abbandona ben presto il rullo di Edison in favore dei più moderni dischi di Berliner, ampliando così la scelta di motivi ascoltabili dal macchinario.
Nel 1899, alla pionieristica storia della riproduzione sonora si aggiunge un altro importante tassello. Il fisico danese Valdemar Poulsen brevetta un sistema che permette di trasformare un onda sonora in una serie di variazioni di un campo magnetico da incidere su di un supporto magnetizzabile. Chiama l’apparecchio Telegraphone e lo presenta all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1900. Come supporto, Poulsen utilizza del filo metallico che risulterà però di scarsa praticità. Il Telegraphone otterrà comunque un discreto successo anche se solo in campo professionale, mentre bisognerà attendere l’avvento del nastro magnetico nel 1935 perché il sistema diventi a grande diffusione popolare e inizi l’era della registrazione domestica con i primi registratori a bobina.
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