Dai primi anni ‘70 il cinema horror italiano si posiziona su tre ben distinti filoni che comprendono il giallo thriller, il classico horror di fattura medievale e ottocentesca e una originale new age di carattere surreale e psichedelico. Tutti però connotati dall’elemento gotico che ammanta torbide, sanguinose e soprannaturali vicende dalle cui costole nascono ulteriori sottogeneri.

Ad incentivare e mantenere vivo l’interesse per il cinema giallo e horror che diversamente come per altri generi avrebbe potuto rischiare la decadenza a breve termine, i produttori inseriscono nei film con la complice approvazione dei registi l’elemento erotico in modo sempre più esplicito. Il periodo in questo senso inizia tiepidamente a dimostrarsi favorevole per un concreto allentamento delle maglie censorie nel nostro Paese anche se, come vedremo, in modo contraddittorio. Anche registi tra i più importanti come Mario Bava e Antonio Margheriti utilizzano il sesso e l’erotismo come piccante condimento delle loro terribili storie. 

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Germano Barban

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