Dalla seconda metà degli anni ‘70 nel cinema horror e thriller italiano l’elemento gotico va man mano stemperandosi, contaminato dallo stile truculento del gore e dello splatter di importazione straniera, soprattutto americana. Tuttavia, là dove ancora persiste, rivisitato e modernizzato, offre ancora un affascinante sipario per la rappresentazione del male come in Suspiria, considerato da molti come l’unico vero capolavoro di Dario Argento.
Nel 1977 esce Suspiria, primo capitolo di un trittico horror ancora non ben definito il cui filo conduttore è legato al mito delle “tre madri”, ovvero, terribili streghe dai nomi angoscianti: Mater Suspiriorum, Mater Lacrimarum e Mater Tenebrarum, che dominano il mondo dalle loro oscene dimore attraverso il proprio malefico e smisurato potere. Il film ottiene da subito un grande successo ed è tuttora considerato un vero cult horror per gli appassionati di tutto il mondo. Gli elementi gotici che lo pervadono sono ricchi e ben calibrati; l’ambientazione in una accademia di danza tedesca dalle architetture e gli arredi barocchi con influenze art decò e liberty, le luci colorate rosse e blu che illuminano corridoi, stanze e solai misteriosi, la malsana e sinistra atmosfera generale e poi i protagonisti, ambigui ed inquietanti (i cattivi) e impauriti e sperduti (i buoni).
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