ecco un’altra bella voce che cantò e incantò l’Italia degli anni Sessanta e Settanta. Ci incontriamo in emilia, e tanto per creare un po’ di feeling, ci sediamo al tavolo di un ristorantino dove si fanno dei tortelli alle erbette superlativi. Poi, dopo tutto il resto, anche dopo l’ammazzacaffè, accendo il registratore… Ci racconti la tua storia?
Da piccolina a 10 anni iniziai a studiare pianoforte. Pensa che fatica e che costanza, mi alzavo alle cinque di mattina perché abitavo in montagna. Mia madre mi preparava la colazione con il latte appena munto e pigliavo la corriera alle sei meno dieci che mi portava a Parma, al Conservatorio. Però dovetti prima limitare e poi smettere perché fin da ragazza cominciai ad avere problemi ai tendini delle mani. Allora suonavo e cantavo. Ma guai a farmi sentire in Conservatorio: mi avrebbero cacciata. A casa mi sentirono dei colleghi di cantiere di mio padre che a mia insaputa spedirono un cedolino che trovarono su Sorrisi e Canzoni per partecipare a un concorso in Rai a Milano.
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