Eccolo Euphonia Suite, un disco con le grandi canzoni di Eugenio Finardi. La sua storia dentro una nuova veste, nuda, scarna, intima. Si rende alto il mestiere della musica. Euphonia significa incontro. L’incontro è un’arte come disse Vinícius de Moraes. Ed è arte questo nuovo disco di Eugenio Finardi, fatto di canzoni storiche, mai vecchie, forse profetiche per molti versi. Canzoni che conosciamo ma che oggi si vestono di semplicità nuova e di nuova pelle. Poche cose a corredo: un pianoforte a firma di Mirko Signorile e un sax che porta il nome di Raffaele Casarano. È un disco di preziosi, di silenzi, di un tempo immobile che non ha paura di questo futuro che divora tutto… e che non ha la nostalgia di un passato deputato solo al ricordo e ai cimeli. Non è un disco di cimeli. È un disco di vedute sempre irraggiungibili. Ed io divengo goccia di un mare mai agitato, mai in tempesta. Mi perdo ma in fondo sento di far parte del tutto. Scorgo le luci di questo disco come si ammira il tramonto all’orizzonte, una linea divide il cielo dalla sua stessa acqua. È un incontro sempre e comunque. Euphonia Suite non può non divenire poesia. A lui la “Targa Tenco” alla carriera.
Lo hai detto tu: hai variato la tua carriera ogni due dischi. Posso chiederti il motivo? Perché sono un cantante…
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