di Alessandro Pomponi * als.pmp@iol.it
A venti anni dalla scomparsa di Fabrizio De André torniamo ad occuparci della sua discografia, riprendendo in mano i suoi esordi trascorsi all’interno dell’etichetta Karim, della quale il padre del cantautore era comproprietario.
Come molte altre piccole case discografiche italiane di quegli anni la Karim non aveva un’organizzazione di tipo industriale comparabile con quella delle altre grandi case produttrici. Al contrario, la produzione dei dischi avveniva in modo relativamente artigianale. Spesso le variazioni di copertina o di etichetta avvenivano in modo casuale, senza che venisse data grande attenzione all’uniformità del prodotto, così come, spesso e volentieri, comparivano sulle etichette errori di stampa nei nomi degli autori, se non addirittura, come vedremo, di vera e propria grammatica…
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