Non è un testo sacro, neppure un decreto internazionale, né tantomeno un tacito e obbligato vincolo, ma la tabella della gradazione qualitativa dei dischi in vinile destinata al collezionismo rimane in ogni caso un preciso punto di riferimento accettato e condiviso dai collectors di tutto il mondo.
Più o meno tutti noi, quando vediamo scritto o sentiamo in ambito discogra co l’aggettivo gurativo “mint” tendiamo a storcere il naso con malcelata espressione di dubbio. E’ una normale reazione indotta dal sospetto a sua volta generato da esperienze negative con cui ci siamo trovati a che fare in tante occasioni. La parola inglese “mint” ha tra i molti signicati anche quello di indicare un oggetto nuovo di fabbrica, quindi mai utilizzato precedentemente e per quanto riguarda i dischi, in teoria lo si dovrebbe applicare esclusivamente a vinili ancora sigillati, tra l’altro non esenti in assoluto da possibili difetti di lavorazione come spiegato addietro.
Scarica un estratto in pdf
Intervista di Lucio Nocentini A tre anni dall’album La rivoluzione, Enrico ci regala questo nuovo,…
In concerto – 3 gennaio 2025 Auditorium “Parco della Musica” Ennio Morricone - Roma…
di Fernando Fratarcangeli Tom Jones vs Bobby Solo A tre anni dal debutto discografico avvenuto…
Abbiamo incontrato Mita Medici, all’anagrafe Patrizia Vistarini, alla proiezione privata del docufilm C’era una volta…
Di Alessandro Pomponi * als.pmp@iol.it Formati nel 1968, con esordio su disco l’anno successivo, i…
Gli anni ’80 e ‘90 A gennaio del 1975, giusto cinquant’anni fa, la RCA Italiana…