una delle soul band più importanti degli anni Settanta di cui Maurice white è stato il leader e Philip Bailey la voce. La loro musica, elegante e curata, è un punto di incontro fra jazz e pop, passando dal funky alla disco. Sulla scena e sulle copertine si presentano come sacerdoti del futuro avvolti dal fascino e della misticità dell’Antico Egitto.
Quel Disco di John Coltrae era stato ascoltato tante volte che
il giovane Maurice non aveva che due alternative: venderlo
al negozio dell’usato a due isolati da casa sua oppure tenerlo come una reliquia, impreziosita da graffi e polvere. Eppure, la leggenda racconta che la sua passione per la batteria l’aveva portato a suonare con il leg- gendario sassofonista, sostituendo per una sera un ammalato Elvis Jones.
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