C’è chi è pronto a giurare che Franco Califano avesse, oltre al dono della poesia, anche quello della preveggenza. Nei testi di alcune sue canzoni sapeva immaginare scenari di vita che nessuno avrebbe potuto preconizzare con maggiore precisione. Ci era riuscito nel ’73 con Minuetto di Mia Martini, canzone nella quale aveva affrescato tutta l’ubriaca malinconia della cantante di Bagnara Calabra e, altrettanto bene, ci era riuscito con Storia normale, incisa dai Camaleonti mezzo secolo fa, eppure attualissima, al punto da sembrare ancora oggi il manifesto della loro storia umana e artistica.
“Quanta strada abbiamo fatto con la pioggia e sotto il sole / Cinque ragazzi solo in cerca di tranquillità”, recitava l’inizio. Correva l’anno 1964, stagione d’oro del boom economico, di un’Italia che viaggiava in 500 e sognava a 45 giri. Quanta strada abbiano fatto da allora i Camaleonti è scritto tra i solchi dei milioni di dischi sparsi in tutto il mondo. Una produzione costellata anche da piccoli tesori semisconosciuti, come le incisioni estere di alcuni loro successi, prima fra tutte Le coeur d’un ange, in cui il vibrato di Tonino, complice la musicalità della lingua francese, brilla di una caratura preziosa.
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