Ornella Vanoni è da sempre considerata, con pieno merito, una delle grandi “regine” della musica italiana, alla pari di Mina e Milva. Un’artista completa, in grado di spaziare dal teatro impegnato alla commedia musicale, dal cinema ai grandi show del sabato sera.
Raffinata interprete di meravigliose canzoni d’amore come Senza fine, La musica è finita, Eternità e Una ragione di più, per tutto il decennio dei Sessanta, pur essendo unanimemente apprezzata dalla stampa e dagli addetti ai lavori, lo è un po’ meno dal grande pubblico, finché il suo talento viene inaspettatamente premiato con l’approdo ai vertici della Hit Parade grazie alla cover di un brano brasiliano su cui in pochi erano disposti a scommettere… Eh sì, sembra incredibile, ma la grande cantante milanese per molti anni è stata considerata un personaggio d’élite; bravissima ma senza quel consenso popolare di cui beneficiavano altre colleghe forse anche meno osannate dalla critica, ma con più riscontri “concreti” presso la massa, come le più “rassicuranti” Orietta Berti, Gigliola Cinquetti e Rita Pavone.
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