Io sono Mia, la fiction dedicata alla vita di Mia Martini, una delle voci più belle ed intense nella storia del pop italiano, ha avuto il merito di ricordare al grande pubblico questa bravissima artista prematuramente scomparsa, facendola scoprire ai giovanissimi. Al di là dell’eccellente share di ascolto, l’opera pecca di molte imprecisioni e “falsi storici”, soprattutto nella descrizione dei meccanismi che regolano l’ambiente della musica leggera.
ad esempio il rapporto tra can- tanti e autori fino agli anni Ottanta non era quasi mai“diretto”, ma mediato dalle case editrici e dalle etichette discografiche e i ruoli degli “addetti ai lavori” erano rigidamente definiti. Spesso gli interpreti neppure conoscevano di persona i parolieri e i compositori dei loro successi, ma si limitavano a incidere i brani che venivano loro imposti, ubbidendo a chi aveva il potere di decidere, alla stregua di veri e propri “impiegati”, salvo eccezionali casi di “ribellione” che solo alcuni potevano permettersi (vedi Celentano, Mina e pochi altri).
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