Dopo la fondazione e il successivo espandersi della RCA Italiana come la casa discografica che vanta il miglior parco artisti in assoluto in Italia, anche grazie alle consociate etichette tra cui, in primis, la RCA Victor che fornisce al catalogo importanti artisti di assoluta caratura internazionale, gli anni Settanta daranno nuova linfa alla produzione grazie anche all’avvento dei cantautori, mettendo però in crisi artistica gli interpreti puri che non trovano più brani per loro come succedeva negli anni precedenti.
Per una Arc che chiuderà i battenti ad inizio 1970 (l’ultimo disco prodotto sarà La spada nel cuore di Patty Pravo) c’è la It di Vincenzo Micocci (ex RCA Italiana, ex Dischi Ricordi, ex co-fondatore, insieme a Carlo Rossi della Parade), etichetta molto attenta ai nuovi cantautori e maggiormente indirizzata verso la canzone d’autore. Con essa arrivano Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Rino Gaetano, Giorgio Lo Cascio, Enzo Carella, Grazia De Michele, Gianni Togni, Sergio Caputo, Amedeo Minghi e, più indirizzati verso il pop, il giovanissimo debuttante Rosalino (poi Rosalino Cellamare, poi Ron), Fiorella Mannoia (anche se per un solo 45 giri, Ore sei del ‘71) e negli anni successivi, tra gli altri, Paola Turci e Mario Castelnuovo. Ma ad avere commercialmente più successo all’interno della It sarà un famoso attore del nostro cinema, Nino Manfredi, grazie alla riproposta di una vecchia canzone di Ettore Petrolini, Tanto pé cantà.
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