A due anni dalla pubblicazione di Masters si completa ora il lavoro di restauro e rimasterizzazione dell’opera Battisti come non lo hai mai ascoltato. nell’occasione abbiamo raccolto le confidenze, gli aneddoti, i pensieri, di personaggi che sono stati vicini al grande artista.
Il cofanetto è composto di 48 brani che spaziano dalla sua prima incisione Dolce di giorno (1966) all’ultimissima produzione, ovvero quel Hegel che rimane il suo ultimo lavoro in studio, rimasterizzati a 24bit/192khz direttamente dai nastri originali. Insieme a essi un booklet con foto e interviste. Masters Vol. 2 è stato realizzato in due versioni, il cofanetto contenente quattro cd più un libretto di 40 pagine e uno stesso cofanetto composto da tre lp in vinile. Ascoltiamo il racconto di alcuni testimoni.
ALBERTO RADIUS Come hai cominciato a suonare con Battisti?
Io e Lucio ci conoscemmo quattordicenni, al Club dei Professionisti. Ma facevo già parte con un certo successo della Formula 3 quando mi contattò Mogol e mi coinvolse per lavorarci insieme. Con il budget messoci a disposizione comprammo la strumentazione, tra cui un Hammond C3 che per quei tempi era una vera rarità. Inoltre Lucio era innamorato del suono della mia chitarra: una Gibson Les Paul, che aveva un timbro molto rock, che avevano anche molti gruppi inglesi di successo.
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