Reduce dall’ottimo responso ottenuto all’ultimo Festival di Sanremo con il suo nuovo album Sotto casa piazzato nelle posizioni più alte della classifica di vendita, chiediamo a Max Gazzé di parlarci dei due brani portati al festival.
Sotto casa, vede protagonista un testimone di Geova che si trova a fare un monologo davanti a una porta chiusa in faccia. Il testo descrive la “chiusura” che c’è nel dialogo tra forme di religione diverse. È una canzone ironica più che di denuncia, tante volte la religione reprime la personalità delle persone. Mi piacerebbe che il brano fosse ricordato come un invito ad aprire la porta della comunicazione anche tra chi ha credenze religiose differenti. Nel secondo pezzo, I tuoi maledettissimi impegni, canto tutti gli escamotage possibili per cercare di restare il più possibile vicino alla persona amata, dal tentativo del protagonista di trasformarsi ora in un fermaglio per capelli ora in una molecola di vento.
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