La seconda edizione del Mia Martini Festival ha bissato il sold-out al teatro Summarte di Somma Vesuviana, ideato da Ciro Castaldo, noto estimatore, collezionista e biografo dell’indimenticata interprete.
Il nome di Mia Martini è legato a Napoli ed alle terre vesuviane circostanti, da un affetto ed una serie di circostanze che spesso hanno rappresentato, per la stessa artista, occasioni di rilancio professionale e momenti di serenità ed ossigeno nuovo rispetto all’inquinato ambiente dello spettacolo dal quale, spesso, si è dovuta guardare le spalle. Varie testimonianze asseriscono che ad un concerto di piazza nei pressi di Somma Vesuviana, nel lontano 1988, pare sia avvenuto il primo incontro fra Mimì ed Enzo Gragnaniello; quest’ultimo, totalmente colpito dalla bravura della collega, in quel momento non all’apice del successo, dopo quella sera, particolarmente ispirato e commosso, avrebbe composto il brano Donna, destinato a restare fra i più amati dal pubblico del vasto repertorio della cantante calabrese. In quel periodo Mimì aveva scelto di ritirarsi e dall’85 all’88 di lei si erano perse le tracce. Sopravviveva grazie ad esibizioni live povere di mezzi, gestite da agenzie non di certo legate a grandi eventi. Le calunnie infamanti di essere un’artista legata a situazioni negative, l’avevano spinta ad allontanarsi dalle scene, offrendo così campo libero ai suoi detrattori impegnati a distruggere la carriera e l’anima di una delle interpreti più talentuose che la musica abbia potuto godere. Il pubblico non ha mai smesso di amarla e nel 1989, dal palco del Festival di Sanremo, sulle note di Almeno tu nell’universo, le regalò l’abbraccio più forte, che segnò l’ascesa dall’oblio. Napoli ritorna prepotentemente nella vita di Mimì nel 1991, quando diventerà la voce della rinascita della canzone napoletana nel brano Cu’mme di Gragnaniello , in duetto con Roberto Murolo.
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