Se fino a pochi anni fa il nome Pavlov ricordava a molti solo il famoso scienziato russo noto per i suoi esperimenti sui cani, in tempi recenti, grazie al vasto contenitore della rete, si è potuto far uscire dal cono d’ombra in cui era relegato con l’appellativo di “oscuro”. Un gruppo che ebbe a suo tempo il reale merito di dimostrare come anche oltre oceano il concetto di musica rock progressiva, che sembrava essere solamente appannaggio del vecchio continente, potesse
invece manifestarsi in tutta la sua energica e travolgente propulsione anche negli States: i Pavlov’s Dog.
Guidati dall’ “alieno” David Surkamp, a cui la natura ha fornito una voce unica, indefinibile e veramente straordinaria, si sono distinti per una ricca e vivace vena creativa unita ad una padronanza tecnica strumentale invidiabile e al caso, forse più unico che raro, di aver pubblicato l’album d’esordio in contemporanea con due diverse case discografiche.
Può risultare difficile oggigiorno immaginare lo stupore e la perplessità di chi nei negozi americani di dischi in quel lontano 1975 si trovasse tra le mani il primo album di una nuova rock-band in due distinte edizioni di altrettanto diverse case discografiche; una, la ABC Records (Steppenwolf, Steely Dan, Joe Walsh), l’altra, un gigante discografico come la CBS.
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