Continuando la rassegna dei poster per il Rock art Museum, branca del Minimuseo di s. Marco in Lamis, elaborati nel corso degli ultimi lustri e con particolare riferimento ai multiformi stili del secolo scorso vale la pena di ricordare anche quelli, derivati dalle numerose correnti contemporanee accavallatesi negli ultimi decenni, che molti inquadrano con svariati nomi, ma che sarebbe più giusto definire con quello elaborato dallo stesso autore, ovvero di arte sincronica o della coesistenza di più stili.
In questo settore si pone il nostro critico Nicola Maria Spagnoli che travalicando massimalismo e minimalismo, neo espressionismo e concettuale, astrazione e figurazione, ha da sempre usato questo linguaggio pittorico come strumento, sì di transizione, ma soprattutto di ricerca. Il termine, come si sa, deriva da syn e kronos ovvero da con e ora, e fu proprio Carl Gustav Young che ne definì il concetto come evento basato sulla simultaneità di due o più diversi stati, qui culturali, che nel nostro caso specifico sfociano evidentemente in un novus artistico. Per alcuni di questi poster, che hanno avuto una certa rilevanza anche a livello sociale è stata a volte utilizzata, ai tempi, la clip art, allora agli inizi e quindi ancora grezza ma comunque utile, ad integrazione della manualità pittorica. Iniziamo quindi con l’estrosa icona di Michael Jackson (foto1) ricavata da un vero olio su tela con super fetazioni acriliche, certamente ispirato alla nota copertina discografica di Mark Ryden, quella del popolare Dangerous.
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