A tre anni dal doppio progetto di Amo, torna Renato zero forte di rinnovata passione e spirito di denuncia verso i grandi temi sociali e le battaglie civili con il nuovo album Alt, dove hanno trovato spazio quattordici brani inediti che parlano di fede, di violenza, di giovani, del lavoro, del destino dell’arte, dell’ecologia,e naturalmente dell’amore in tutte le sue declinazioni. Lo abbiamo incontrato a Milano, nella conferenza stampa di presentazione del suo nuovo lavoro.
“No, non mi arrendo, cari giornalisti. Dovrete sopportare ancora una volta questa mia scelleratezza, questo modo così assurdo di combattere la crisi discografica… i silenzi di una industria che non tiene più conto di un essere umano ma solo di una macchinetta robotizzata che porti a casa denaro, e anche l’assenza di questi direttori musicali e di tutto un sottobosco di musica che ha sempre reso tantissimo da quando si aggiravano nei corridori della RCA, Tonino Coggio, Piero Pintucci, Ruggero Cini e lo stesso Ennio Morricone che sembrava un fattorino della musica… la scuola non può essere abbandonata proprio mentre stiamo per laurearci… e poi laurearmi con i voti che merito e quelli che la musica merita. Faccio appello a tutti quelli che vogliono difendere questo quartiere, questa zona sana della nostra società.”
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