L’iniziale percorso solista di Riccardo Fogli (vedi servizio sul numero scorso) non è stato dei più semplici. Dopo aver lasciato i Pooh il cantante toscano, pur animato da grande volontà e talento, trovò dinanzi a sé un muro difficile da abbattere; quello di “ex Pooh”, un pregiudizio che non fu certamente facile superare. Ora è Riccardo stesso a raccontarci quel che successe in quei primi anni.
Il tuo percorso solista è iniziato con una major, la RCA, malgrado ciò, i risultati non arrivarono, secondo te per quale motivo?
Ero giovane, solo, i miei migliori amici non c’erano più. Facchinetti e Negrini mi mancavano tanto e alla major di me non gliene fregava niente. Me ne sono accorto quando mi hanno iscritto a Sanremo nel gruppo dei giovani, avevo già cantato e venduto milioni di copie con i Pooh, ma questo non bastava…
Oltre al team dell’etichetta romana, Lopez, Vistarini e altri, in quegli anni ci fu una collaborazione con il chitarrista e compositore Vittorio De Scalzi dei New Trolls con una, forse tentata, intromissione nel rock progressive. E’ così?
La collaborazione con De Scalzi è stata un’esperienza eccitante, erano così avanti i New Trolls che ho annusato la loro musica, melodie e suoni sconosciuti per me… esaltante! Facevo spola tra Roma e Genova per godermeli e quando non avevo i soldi per pagarmi l’hotel, dormivo in macchina, ma non lo dicevo a nessuno.
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