Il fenomeno punk britannico che con la sua grezza carica violenta, irriverente e trasgressiva, aveva frenato energicamente i sempre più ebili bollori del rock classico, spaccandogli le gambe in un momento di debolezza verso la metà degli anni ‘70, dovette a sua volta fare i conti con il successivo e più so sticato post-punk e con la popular new wave che raccolte metaforicamente per strada le chitarre fatte a pezzi da quel movimento, ricomposero e riordinarono la musica pop-rock restituendogli dignità e riportandola al grande successo come dimostrato dagli scozzesi Simple minds.
Piacesse o meno, il punk ebbe l’indubbio merito di dare la sveglia a coloro che si stavano “addormentando” con la chitarra in mano, ma i cui scarsi contenuti avrebbero posto ben presto fine alla sua breve e distruttiva parabola, lasciando però sul campo numerosi figli e figliastri (hardcore, street-punk, alternative rock, post punk e così via), nelle cui vene scorreva ancora il sangue dei “nonni”; i gloriosi garage rockers di cui il punk era a sua volta il figlio degenere.
scarica un estratto in pdf
Fare pop significa avere il dono della sintesi. Poter raggiungere tanto, significa aver seminato dentro…
Non solo una gara canora fra bambini ma una manifestazione entrata nella cultura popolare. Lo…
È il titolo del docufilm appena realizzato dal nostro collaboratore Pierfrancesco Campanella, con molti dei…
Non potevamo mancare al concerto di addio, a Parigi, di un’icona della musica leggera mondiale.…
Con Giorni perduti di Billy Wilder il cinema americano per la prima volta affronta il…
Sceneggiato Rai di successo del 1972 che in cinque puntate narra le reali vicende di…