E’ considerato uno dei peggiori film dell’horror italiano; un fumettone bislacco sorretto a stento da una sceneggiatura mediocre e una recitazione approssimativa, ai limiti del ridicolo. Tuttavia, puntellato da alcuni punti di forza inoppugnabili Il Boia Scarlatto è diventato negli anni un vero fenomeno di culto per gli amanti del genere horror e trash di tutto il mondo.
Nel 1965 il regista Massimo Pupillo con lo pseudonimo di Max Hunter realizza questo bizzarro film, primo della sua trilogia horror che comprenderà, oltre a Il boia scarlatto, l’ottimo 5 tombe per un medium con Barbara Steele e La vendetta di Lady Morgan, entrambi realizzati in bianco e nero e decisamente meno stravaganti del film d’esordio di cui ci occupiamo. Una troupe di modelle e fotografi ospiti di un ex attore auto reclusosi in un tetro castello, finisce per soccombere tra atroci torture alla follia che lo colpisce, credendosi la reincarnazione di uno spietato giustiziere medievale chiamato appunto “il boia scarlatto” che fu giustiziato e sepolto nello stesso castello.
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