Regia di Gillo Pontecorvo, (1960)
L’orrore dei lager nazisti visti attraverso il dramma di una ragazza ebrea che deportata vive la crudele disumanizzazione dei campi di sterminio, sino a diventare essa stessa una feroce aguzzina per poi redimersi per amore e sacrificarsi con un atto di eroismo.
Gillo Pontecorvo, regista del cinema d’impegno storico/politico realizza con il suo stile asciutto un film per certi versi coraggioso, affrontando un tema ancora molto discusso in quegli anni così come i successivi La battaglia di Algeri, Queimada e Ogro. Tuttavia, sembra accondiscendere al romanzato e nella vicenda pur densa di dramma e raccapriccio si percepisce questa stortura che rende gli avvenimenti troppo scontati e dal facile sviluppo. Forse a causa di una sceneggiatura sofferta, difficile; realizzata a quattro mani con l’amico Franco Salinas a cui si deve la storia d’amore tra Edith/Nicole e il prigioniero Sascha (il bravo Laurent Terzieff) e il sacrificio finale della ragazza…
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