Cinquant’anni fa, da una sua pièce teatrale lo scrittore-regista Giuseppe patroni Griffi realizza una versione cinematografica di grande successo di quello che diverrà il manifesto intellettuale della irresoluzione del rapporto di coppia; eterno punto di non arrivo che per molti aspetti nella nostra società attuale, sembrerebbe anche un punto di non ritorno.
Nell’immaginario collettivo popolare volgendo l’attenzione al mondo dell’alta borghesia, dei ricchi benestanti e della nobiltà, si tende ad attribuire loro scarsi valori morali, dissolutezza e aridità d’animo. Proviamo quindi ad immaginare che la cena con i suoi personaggi ideata da Patroni Griffi sia invece ambientata in un contesto popolare, magari degradato. Ci potremmo forse accorgere che, aldilà della rustica ambientazione, mancanza di raffinatezza e autocontrollo dei protagonisti, in realtà la sostanza potrebbe non cambiare affatto, poiché l’argomento è e rimane, comunque sia la forma: umanistico e a carattere universale e cioè: il rapporto uomo donna con tutte le sue variabili.
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