Regia di Sergio Capogna 1969
c’è stato un momento, nel cinema italiano, in cui la fortuna al botteghino degli incassi derivava dal sequestro; più un film veniva ritirato nelle sale per oscenità, più il pubblico accorreva poi per vederlo attirato da morbosa curiosità. uno di questi è stato Plagio, che in un primo momento si sarebbe dovuto chiamare Un amore a tre, titolo che rimase invece in Francia.
tomi di una crisi che si accentuerà maggiormente nel decennio ’80 con le prime sale che, annusando l’aria dell’allontanamento del pubblico si trasformavano in sale a luci rosse. Molte altre preferirono chiudere i battenti. In pratica si passò, nel ’85, da 525 milioni di spettatori a 122 milioni, anno della più bassa produzione con soli 80 film italiani realizzati. Colpa dell’avvento della televisioni – si disse. In realtà si trattò anche di produzioni un po’ allo sbando per colpa di investimenti che non c’erano e produttori che non volevano rischiare in un momento difficile per l’industria cinematografica di casa nostra.
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