La nascita del disco in vinile è stato l’evento che più di tutti ha portato al culmine la riproduzione sonora. L’invenzione del geniale Peter Carl Goldmark resiste ai tempi a dispetto di tutte le tecnologie più avanzate che avrebbero dovuto detronizzarla e farla scomparire. Il segreto di questa longevità sta tutta nell’oggetto che nel corso del tempo ha fatto ”innamorare” milioni e milioni di persone, troppe anche per una competizione combattuta a suon di segnali digitali.
1948, la CBS lancia sul mercato il disco in vinile realizzato in Pvc (Polivinilcloruro), che viene battezzato “long playing”. Si tratta di una vera rivoluzione tecnologica e commerciale destinata a mandare in pensione i vecchi 78 giri di gommalacca. Ideato dal famoso Peter Carl Goldmark, uno degli inventori più geniali e prolifici della storia moderna, il long playing è un disco di plastica infrangibile che ha una durata sei volte superiore al suo predecessore grazie ai microsolchi, e gira a una velocità di 33 1/3 giri al minuto. L’introduzione dell’ellepi segna un primo profondo confine tra le epoche della riproduzione sonora e in questa occasione l’industria discografica mondiale farà un grande salto di qualità in termini di migliorie tecnologiche e di grandi guadagni commerciali, da cui si allargherà in modo irrefrenabile tutto ciò che è legato al mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento. La concorrente RCA corse ai ripari poco dopo presentando il disco singolo a 45 giri, anch’esso destinato al successo in termini commerciali. Il dualismo dei nuovi formati discografici svilupperà con altrettanto successo la produzione dei giradischi che non potrà essere monopolizzato solo dalle grandi case e che consentirà in tutto il mondo uno sviluppo nel settore senza precedenti.
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