Mi accadde qualche tempo fa di trovarmi nell’ufficio di un editore con cui avevo un appuntamento per un importante progetto grafico sotto la severa sorveglianza di una segretaria arcigna d’aspetto e poco incline alla conversazione. La donna, che ipotizzai tra me dovesse essere sulla sessantina d’età, non aveva la fede nuziale e ne trassi che fosse pure zitella, era affaccendata sulle sue carte e ogni tanto mi sbirciava torva di sottecchi. L’editore era, guarda caso, in ritardo, come tutte le persone che si credono più importanti degli altri, chiunque esse siano.
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