Nel luglio del 1977 viene pubblicato in Gran Bretagna Pretty Vacant,
il terzo singolo di quella che è unanimemente riconosciuta come la band simbolo del movimento rivoluzionario del punk rock inglese: i Sex pistols. In un’epoca in cui la sostanza ancora conta più della forma, i dischi della band sono oggetto di consumo, non di culto.
Nessuno bada troppo a quello che c’è scritto sopra l’etichetta del vinile, e certo nessuno si fa troppe domande sulla firma apposta alla canzone che si trova sul lato B di Pretty Vacant, ovvero No Fun. Qualcuno magari pensa anche ad uno scherzo per un brano firmato “i pupazzi”. Anzi a ben vedere la cosa si sposa alla perfezione con la politica commerciale provocatoria della EMI che, da un lato finge di scandalizzarsi per gli eccessi dei suoi artisti, dall’altro incassa soldi a palate. Ben pochi invece sanno che gli Stooges sono esistiti davvero. E non nel medioevo o in chissà quale epoca remota, tutt’altro, Hanno consumato la loro parabola in un luogo che gli stessi punk definirebbero con disprezzo tragicamente yankee. Eppure quella musica, proveniente dall’angoscia di una metropoli industriale come Detroit, cui si univa un’ansia autolesionista e autodistruttiva, anticipava di un decennio (come Nixon di dieci anni anticipò la Thatcher) una rottura nei confronti della società, percepita come finta e borghese, più estrema e meno politica rispetto a quella che pure era stata l’importante cesura del ’68.
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