C’era molta attesa per le date italiane degli Yes, la storica band di rock progressivo, che ha voluto omaggiare il nostro Paese con ben quattro concerti, nell’ordine, a Milano, Padova, Firenze e chiusura a Roma.
La data della Capitale si è tenuta nella splendida cornice del teatro Olimpico, giusta ed adeguata location, sopratutto in termini di dimensioni, per un concerto che già preannunciava quelle sonorità eleganti e raffinate che il nome stesso degli Yes evoca. Grande era l’attesa anche per vedere come la band avrebbe reagito alla perdita di Chris Squire, l’ultimo rimasto tra i membri fondatori del 1969, e venuto a mancare meno di un anno fa. Molti avrebbero scommesso sul ritiro definitivo dalle scene della formazione ma così non è stato, grazie all’inserimento nella line-up di Billy Sherwood, eclettico polistrumentista che già in passato, fin dai tempi di Open Your Eyes del 1997, aveva collaborato con la band, sebbene in un ruolo completamente diverso, quello di tastierista.
Scarica un estratto pdf
Fare pop significa avere il dono della sintesi. Poter raggiungere tanto, significa aver seminato dentro…
Non solo una gara canora fra bambini ma una manifestazione entrata nella cultura popolare. Lo…
È il titolo del docufilm appena realizzato dal nostro collaboratore Pierfrancesco Campanella, con molti dei…
Non potevamo mancare al concerto di addio, a Parigi, di un’icona della musica leggera mondiale.…
Con Giorni perduti di Billy Wilder il cinema americano per la prima volta affronta il…
Sceneggiato Rai di successo del 1972 che in cinque puntate narra le reali vicende di…